(una pagina un fotogramma una scena)

(una pagina un fotogramma una frase una parola un uomo una donna un bambino una scena un istante un ricordo)

giovedì 31 maggio 2012

da "Forza venite gente" - Dio lo vuole!


Dio lo vuole! Dio lo vuole! Ma… che vorrà Dio? Ah, io non lo so… Però lo gridano tutti, eh! Tutti con gli
spadoni, i mantelloni… Dio lo vuoleee!!! Io ho provato a chiedergli: ma cos’è che vuole, Dio? E loro sapete
cosa mi hanno risposto? Mi hanno detto: “Zitta, brutta scema!”. Aaahh… ma allora una è scema perché vuole
sapere cosa vuole Dio! E poi, chi gliel’ha detto, a loro, che lo vuole Dio? Se Francesco dice che una cosa la
vuole Dio, tutti dicono che è matto; se invece si mettono in mille a dire che Dio lo vuole, tutti gli vanno dietro 
e diventano un milione! Ma allora… per non essere matti bisogna essere in tanti…! Difatti, io che sono sola
sono una povera scema… Dio lo vuole!… Venite, che Dio lo vuoleeee!!!!

(ilaria antoniani)

martedì 15 maggio 2012

"L'uomo e i suoi simboli" - Carl Gustav Jung

"L'inconscio è la grande guida, il grande amico e consigliere del conscio"


"Una parola o un'immagine è simbolica quando implica qualcosa che sta al di là del suo significato ovvio e immediato. Essa possiede un aspetto più ampio, <<inconscio>>, che non è mai definito con precisione o compiutamente spiegato. Né si può sperare di definirlo o spiegarlo. Quando la mente esplora il simbolo, essa viene portata a contatto con idee che stanno al di là delle capacità razionali.
Di regola, l'aspetto inconscio di ogni evento si rivela a noi nei sogni, dove esso appare non come pensiero razionale ma sotto forma di immagine simbolica. Storicamente è stato lo studio dei sogni a porre gli psicologi in condizione di investigare l'aspetto inconscio degli eventi psichici manifestatisi a livello della coscienza.  Freud fece la semplice ma penetrante osservazione che se colui che sogna viene incoraggiato a proseguire il suo racconto sulle immagini apparsegli in sogno e sui pensieri che questi suscitano nella sua mente, egli rivelerà esplicitamente la radici inconsapevoli dei suoi disturbi, sia in ciò che dice sia in ciò che omette deliberatamente".

(ilaria antoniani)

domenica 6 maggio 2012

6 maggio - Buon Compleanno Freud

Freud nel 1924 esprime l’aspettativa “che la psicoanalisi penetri come fermento significativo nello sviluppo civile dei prossimi decenni e ci aiuti ad approfondire la nostra comprensione del mondo”. La psicoanalisi deve appartenere a tutti gli uomini, non in ossequio ad una propaganda di tipo missionario o apostolico, ma semplicemente come modo efficace per comprendere l’aggressività irrazionale e le tendenze distruttive delle società, così come le relazioni dei popoli tra loro.
Stimatissimo professore,
[…] Con il Suo aiuto ho già ficcato lo sguardo abbastanza a fondo, è vero, ma sono ancora ben lontano dal veder chiaro. Comunque ho la sensazione di aver compiuto interiormente un passo avanti quanto mai sostanziale dal momento in cui L’ho conosciuta personalmente, perché ho l’impressione che sia assolutamente impossibile capire a fondo la Sua scienza se non si conosce la Sua persona. […]
dal Suo devoto e riconoscente
Jung



(ilaria antoniani)

mercoledì 2 maggio 2012

"La morte di Clorinda" - Torquato Tasso


Ma ecco omai l'ora fatale è giunta
che 'l viver di Clorinda al suo fin deve.
Spinge egli il ferro nel bel sen di punta
che vi s'immerge e 'l sangue avido beve;
e la veste, che d'or vago trapunta
le mammelle stringea tenera e lieve,
l'empie d'un caldo fiume. Ella già sente
morirsi, e 'l piè le manca egro e languente.

Segue egli la vittoria, e la trafitta
vergine minacciando incalza e preme.
Ella, mentre cadea, la voce afflitta
movendo, disse le parole estreme;
parole ch'a lei novo un spirto ditta,
spirto di fé, di carità, di speme:
virtù ch'or Dio le infonde, e se rubella
in vita fu, la vuole in morte ancella.

- Amico, hai vinto: io ti perdon... perdona
tu ancora, al corpo no, che nulla pave,
a l'alma sì; deh! Per lei prega, e dona
battesmo a me ch'ogni mia colpa lave -
In queste voci languide risuona
un non so che di flebile e soave
ch'al cor gli scende ed ogni sdegno ammorza,
e gli occhi a lagrimar gli invoglia e sforza.

Poco quindi lontan nel sen del monte
scaturia mormorando un picciol rio.
Egli v'accorse e l'elmo empié nel fonte,
e tornò mesto al grande ufficio e pio.
Tremar sentì la man, mentre la fronte
non conosciuta ancor sciolse e scoprio.
La vide, la conobbe, e restò senza
e voce e moto. Ahi vista! Ahi conoscenza!

Non morì già, ché sue virtuti accolse
tutte in quel punto e in guardia al cor le mise,
e premendo il suo affanno a dar si volse
vita con l'acqua a chi co 'l ferro uccise.
Mentre egli il suon dè sacri detti sciolse,
colei di gioia trasmutossi, e rise;
e in atto di morir lieto e vivace,
dir parea: "S'apre il cielo; io vado in pace. "

(Torquato Tasso)


(ilaria antoniani)