(una pagina un fotogramma una frase una parola un uomo una donna un bambino una scena un istante un ricordo)
martedì 10 luglio 2012
Konrad Lorenz - "E l'uomo incontrò il cane"
LA FEDELTÀ E LA MORTE
"Quando Dio creò il mondo deve aver avuto ragioni benimperscrutabili per dare al cane una vita cinque volte più breve diquella del suo padrone. Nell'esistenza umana si soffre già abbastanzaquando si è costretti a dire addio a una persona amata e si vedeprossimo il momento del distacco, reso ineluttabile dal semplice fattoche essa è nata una ventina di anni prima di noi. A questo punto cisarebbe davvero da domandarsi se sia saggio dare una parte delproprio cuore a una creatura che la vecchiaia e la morte coglierannoprima ancora che un essere umano, nato nel suo stesso giorno, possadirsi davvero uscito dall'infanzia. È un ben triste richiamo allacaducità della vita quando il cane che si è conosciuto pochi anni prima- e si direbbe solo mesi - come un cucciolo buffo e commovente, giàcomincia a mostrare i segni della vecchiaia e si sa che di lì a due, almassimo tre anni si dovrà vederlo morire. Confesso che vederinvecchiare un cane al quale voglio bene ha sempre gettato un'ombrasul mio umore, ha sempre avuto una parte non trascurabile tra lenubi oscure che offuscano la vista che ogni uomo ha sul proprio futuro. A questo si aggiungono le dure lotte interiori che ogni padronedeve superare quando, alla fine, il suo cane è colpito da un'incurabilemalattia senile e si pone così il triste problema se e quando dargli l'estrema prova d'affetto con una morte senza sofferenza. Ringrazio ildestino che, per quanto strano possa sembrare ciò, mi ha finorarisparmiato questa pena. Con una sola eccezione, tutti i miei canisono morti in età avanzata di morte improvvisa e senza soffrire. Èovvio, d'altro canto, che su questo non si può contare e perciò nonposso poi prendermela tanto con quelle persone sensibili che nonvogliono saperne di avere un cane pensando al dolore che procureràloro l'inevitabile distacco. Però, pensandoci bene, con loro ce l'ho davvero. Nella vitaumana è fatale che si paghi ogni gioia con un tributo di dolore, el'individuo che si proibisce le poche gioie lecite ed eticamenteineccepibili dell'esistenza per paura di dover pagare il conto che ildestino prima o poi gli presenterà, non posso in fondo considerarloaltro che un povero essere gretto e meschino. Colui che vuol farl'avaro con la moneta del dolore si ritiri in una soffitta come unavecchia zitella e vi rinsecchisca pian piano come un tubero sterile chenon ha mai portato frutti."
Nessun commento:
Posta un commento