Soraya è alta e snella, con lunghi capelli neri e occhi scuri e liquidi. Tecnicamente ha l'età per essere suo padre; d'altronde, tecnicamente, si può essere padri a dodici anni. E' suo cliente da più di un anno; la trova di sua completa soddisfazione. Nel deserto della settimana, il giovedì è diventato un'oasi.
A letto Soraya non è esuberante. In realtà ha un'indole assai tranquilla, tranquilla e docile. Le sue opinioni generali sono sorprendentemente moralistiche. Come riesce a conciliare le sue opinioni con questo tipo di lavoro David non glielo chiede.
Perchè Soraya gli dà piacere, poichè questo piacere è inesauribile, ha cominciato a provare un certo affetto per lei. Ed è convinto che, in parte, l'affetto sia ricambiato. L'affetto non è amore ma se non altro è suo parente stretto. Per novanta minuti la paga quattrocento rand, metà dei quali finiscono alla Discreet Escorts.
Davide si è trastullato con l'idea di chiederle di vedersi quando è libera. Gli piacerebbe passare una serata con lei, magari una notte intera. Ma non la mattina dopo. Si conosce troppo bene per costringerla a fermarsi fino alla mattina dopo, quando è freddo, burbero, impaziente di restare solo.
David gode di buona salute, la sua mente è lucida. Di professione è - o è stato - uno studioso e l'erudizione, a tratti, lo avvince ancora. E' felice? Secondo i normali criteri di valutazione, sì, ne è convinto. Ma non ha dimenticato l'ultimo coro dell'Edipo: non dire di un uomo che è felice finchè non è morto. Non provando alcun rispetto per la materia che insegna, non riesce a lasciare il segno sugli studenti. Quando parla, i loro occhi lo attraversano senza vederlo, dimenticano il suo nome. La loro indifferenza lo irrita più di quanto voglia ammettere.
La prima volta Soraya aveva un rossetto vermiglio e un pesante ombretto intorno agli occhi. Non piacendogli l'appiccicaticcio del trucco, David le ha chiesto di toglierlo. Soraya ha ubbidito e da allora non si è mai più truccata. E' stupito che novanta minuti la settimana in compagnia di una donna siano sufficienti a renderlo felice. Le sue necessità si stanno rivelando assai lievi, in fondo, lievi e passeggere come quelle di una farfalla.
Gli viene in mente Emma Bovary che ritorna a casa sazia, con lo sguardo appannato, dopo un pomeriggio di scopate selvagge. <<Questa è dunque la felicità! - esclama Emma guardandosi meravigliata allo specchio - Questa dunque è la felicità di cui parlano i poeti!>>. Beh, se mai il povero spettro di Emma dovesse capitare dalle parti di Città del Capo un giovedì pomeriggio, se lo porterà dietro per mostrargli come può essere la felicità: moderata, molto moderata.
(ilaria antoniani)
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