Ma così conosciuto da tutti ‑ dimmi un po' ‑ chi posso veramente conoscere io? Ridi, ah? Eppure, caro mio, se mi ci fisso, ammattisco. Ma dimmi un po': non è uno strazio pensare che tu vivi sparpagliato in centomila? In centomila che ti conoscono e che tu non conosci? Che sanno tutto di te e che tu non sai neppure come si chiamino? A cui ti tocca sorridere, batter la spalla, dir "Caro! Carissimo!" stando sempre così a mezz'aria, senza mostrarlo, fingendo anzi sempre di ricordarti, d'interessarti? E dentro, intanto, ti domandi: «E chi sarà costui? Come mi conoscerà costui? Chi sarò io per costui?». Perché mi ammetterai che noi non siamo mica sempre gli stessi! Secondo gli umori, secondo i momenti, secondo le relazioni, ora siamo d'un modo, ora d'un altro; allegri con uno, tristi con un altro; seri con questo, burloni con quello... Ti s'accostano, ti chiamano tutti... va' a ricordarti come sei per questo e come sei per quell'altro, se uno ti conosce così o ti conosce cosà. Vedi certuni rimanere a bocca aperta... Non posso mica gridare: «Oh! scusa caro: cancella! Cancella! Per te non sono così: per te devo essere un altro!». Quale altro? Come posso saperlo, se vivo, ti dico, sparpagliato in centomila? Se mi ci fisso, parola d'onore, ammattisco...
(ilaria antoniani)
(ilaria antoniani)
Nessun commento:
Posta un commento