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domenica 29 maggio 2011

"Ipazia - Vita e sogni di una scienziata del IV secolo"

La voce si spense in un sussurro, la piccola folla di allievi - dispersa nelle ombre della grande sala, rischiarata a stento da poche lucerne - era silenziosa. Ella si mosse, con passo leggero si avvicinò a lui, egli sentì il profumo del suo corpo e fu preso dalla grazia e dalla forza. La guardò e non aveva domande ma lei rispose e così parlò:



"Non volgerti indietro mio compagno di viaggio, mira sempre avanti. Non lasciarti prendere dal dolore per un ritorno impossibile, molto della tua vita è passato ma molto ti rimane, le tue possibilità sono ancora numerose come le stelle del cielo. Il tempo non è un artefice implacabile della nostra vita, il tempo può essere plasmato, rallentato o addirittura fermato e mentre gli altri uomini rimangono immobili e dormono, tu puoi correre e diventare un creatore. Creatore di nuovi uomini e donne e non guardiano di greggi.

Io so che è tuo desiderio conoscere, investigare la realtà, per cambiare la tua vita e il mondo che ti circonda. Come ben tu sai, la mente ed il corpo, per quanto ben addestrati possano essere, non sono in grado di apprendere in modo totale tutto quello che viene prodotto nei vari campi del sapere. 

Devi correre ma ora è il momento di fermarti ed attendere. Nel tuo cuore e nella tua mente esiste un linguaggio di sogni e fantasia. Ma devi parlare, devi dire tuttora ciò che senti entro te stesso, non avere mai paura".


Il silenzio avvolse il vasto ambiente, il silenzio era Ipazia, il silenzio crebbe sino alla sommità dell'alta cupola e traboccò dall'immenso portone sul maestoso porticato esterno e sulla piazza vuota. Un giovane allievo si avvicinò con una piccola lucerna accesa, si fermò di fronte ad Ipazia e mosse la lampada in circolo più volte di fronte alla persona di lei, con la fiammella che vibrava in quell'insolito movimento. Il silenzio era assoluto, solido come i marmi che assediavano da ogni lato la visione magnifica di un'altra realtà. Ipazia si voltò, si diresse verso l'uscita del tempio, varcò la soglia, superò le possenti colonne in pietra egizia e si dissolse nella notte di un'antica città.

(Ipazia - Vita e sogni di una scienziata del IV secolo)



(ilaria antoniani)

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