(una pagina un fotogramma una scena)

(una pagina un fotogramma una frase una parola un uomo una donna un bambino una scena un istante un ricordo)

sabato 4 agosto 2012

Romy Schneider


"Credo che i ricordi siano le cose migliori della vita"

"La bellezza è un dono che dobbiamo restituire"

"Aspetterò che tu ti accorga di amarmi per tutta la vita"
("La piscina" - 1968)






"Mi batto per la mia vita, la felicità mi sfugge tra le dita, come l'acqua"


 "Io non ho timore di nulla al mondo, eccetto di me stessa"




sabato 21 luglio 2012

"Preghiera del Buonumore" - Thomas More

"Preghiera del Buonumore"

Dammi, o Signore, una buona digestione ed anche qualcosa da digerire.
Dammi la salute del corpo, col buon umore necessario per mantenerla.

Dammi, o Signore, un'anima santa, che faccia tesoro di quello che è buono e puro, affinché non si spaventi del peccato ma trovi alla sua presenza la via per mettere di nuovo le cose a posto.

Dammi un'anima che non conosca la noia, i brontolamenti, i sospiri e i lamenti e non permettere che io mi crucci eccessivamente per quella cosa troppo invadente che si chiama: "IO".

Dammi, o Signore, il senso del ridicolo.

Concedimi la grazia di comprendere uno scherzo,
affinché conosca nella vita un po'di gioia
e possa farne parte anche ad altri. 


(ilaria antoniani)

martedì 10 luglio 2012

Konrad Lorenz - "E l'uomo incontrò il cane"

LA FEDELTÀ E LA MORTE  


"Quando Dio creò il mondo deve aver avuto ragioni ben imperscrutabili per dare al cane una vita cinque volte più breve di quella del suo padrone. Nell'esistenza umana si soffre già abbastanza quando si è costretti a dire addio a una persona amata e si vede prossimo il momento del distacco, reso ineluttabile dal semplice fatto che essa è nata una ventina di anni prima di noi. A questo punto ci sarebbe davvero da domandarsi se sia saggio dare una parte del proprio cuore a una creatura che la vecchiaia e la morte coglieranno prima ancora che un essere umano, nato nel suo stesso giorno, possa dirsi davvero uscito dall'infanzia. È un ben triste richiamo alla caducità della vita quando il cane che si è conosciuto pochi anni prima - e si direbbe solo mesi - come un cucciolo buffo e commovente, già comincia a mostrare i segni della vecchiaia e si sa che di lì a due, al massimo tre anni si dovrà vederlo morire. Confesso che veder invecchiare un cane al quale voglio bene ha sempre gettato un'ombra sul mio umore, ha sempre avuto una parte non trascurabile tra le nubi oscure che offuscano la vista che ogni uomo ha sul proprio futuro. A questo si aggiungono le dure lotte interiori che ogni padrone deve superare quando, alla fine, il suo cane è colpito da un'incurabile malattia senile e si pone così il triste problema se e quando dargli l'estrema prova d'affetto con una morte senza sofferenza. Ringrazio il destino che, per quanto strano possa sembrare ciò, mi ha finora risparmiato questa pena. Con una sola eccezione, tutti i miei cani sono morti in età avanzata di morte improvvisa e senza soffrire. È ovvio, d'altro canto, che su questo non si può contare e perciò non posso poi prendermela tanto con quelle persone sensibili che non vogliono saperne di avere un cane pensando al dolore che procurerà loro l'inevitabile distacco. Però, pensandoci bene, con loro ce l'ho davvero. Nella vita umana è fatale che si paghi ogni gioia con un tributo di dolore, e l'individuo che si proibisce le poche gioie lecite ed eticamente ineccepibili dell'esistenza per paura di dover pagare il conto che il destino prima o poi gli presenterà, non posso in fondo considerarlo altro che un povero essere gretto e meschino. Colui che vuol far l'avaro con la moneta del dolore si ritiri in una soffitta come una vecchia zitella e vi rinsecchisca pian piano come un tubero sterile che non ha mai portato frutti."

(Konrad Lorenz) 

(ilaria antoniani)

sabato 30 giugno 2012

"Aristodemo" - Carlo de' Dottori

« E trafisse la vergine innocente,
che generata avea. L’anima bella,
osservando l'inditto
silenzio, non si dolse.
Con un gemito sol rispose all'empio
fremer del padre; e i moribondi lumi
in lui rivolti, ed osservato quale
il sacerdote inaspettato fosse,
con la tenera man coprissi il volto
per non vederlo; e giacque. »

(foto Letizia Tavani)

(ilaria antoniani)

sabato 23 giugno 2012

"Corpo celeste"






"...Le leggende e i testi scolastici parlavano dello spazio azzurro e dei corpi celesti come di un sovramondo. Agli abitanti della Terra essi aprivano tacitamente le grandi mappe dei sogni, svegliavano un confuso senso di colpevolezza. Mai avremmo conosciuto da vicino un corpo celeste! Non ne eravamo degni! Invece, su un corpo celeste collocato nello spazio viviamo anche noi: corpo celeste, o oggetto del sovramondo era anche la Terra, una volta sollevato quel cartellino col nome di pianeta Terra. Eravamo quel sovramondo."

(Anna Maria Ortese)



(ilaria antoniani)

"Sotto una piccola stella" - Wislawa Szymborska

Chiedo scusa al caso se lo chiamo necessità. 
Chiedo scusa alla necessità se tuttavia mi sbaglio. 
Non si arrabbi la felicità se la prendo per mia. 
Mi perdonino i morti se ardono appena nella mia memoria. 
Chiedo scusa al tempo per tutto il mondo che mi sfugge a ogni istante.
Chiedo scusa al vecchio amore se do la precedenza al nuovo.
Perdonatemi, guerre lontane, se porto fiori a casa.
Perdonatemi, ferite aperte, se mi pungo un dito.
Chiedo scusa a chi grida dagli abissi per il disco col minuetto.
Chiedo scusa alla gente nelle stazioni se dormo alle cinque del mattino.
Perdonami, speranza braccata, se a volte rido.
Perdonatemi, deserti, se non corro con un cucchiaio d'acqua.
E tu, falcone, da anni lo stesso, nella stessa gabbia,
immobile con lo sguardo fisso sempre nello stesso punto,
assolvimi, anche se tu fossi un uccello impagliato.
Chiedo scusa all'albero abbattuto per le quattro gambe del tavolo.
Chiedo scusa alle grandi domande per le piccole risposte.
Verità, non prestarmi troppa attenzione.
Serietà, sii magnanima con me.
Sopporta, mistero dell'esistenza, se strappo fili dal tuo strascico.
Non accusarmi, anima, se ti possiedo di rado.
Chiedo scusa al tutto se non posso essere ovunque.
Chiedo scusa a tutti se non so essere ognuno e ognuna.
So che finché vivo niente mi giustifica,
perché io stessa mi sono d'ostacolo.
Non avermene, lingua, se prendo in prestito parole patetiche,
e poi fatico per farle sembrare leggere.

Wislawa Szymborska

(ilaria antoniani)

venerdì 15 giugno 2012

Enrico Berlinguer

"Se i giovani si organizzano, si impadroniscono di ogni ramo del sapere e lottano con i lavoratori e gli oppressi, non c'è scampo per un vecchio ordine fondato sul privilegio e sull'ingiustizia"

(Enrico Berlinguer)


(ilaria antoniani)

martedì 12 giugno 2012

La follia di Orlando - Ludovico Ariosto


LA GELOSIA...

Volgendosi ivi intorno, vide scritti
molti arbuscelli in su l'ombrosa riva.
Tosto che fermi v'ebbe gli occhi e fitti,
fu certo esser di man de la sua diva.
Questo era un di quei lochi già descritti,
ove sovente con Medor veniva
da casa del pastore indi vicina
la bella donna del Catai regina.


Angelica e Medor con cento nodi
legati insieme, e in cento lochi vede.
Quante lettere son, tanti son chiodi
coi quali Amore il cor gli punge e fiede.
Va col pensier cercando in mille modi
non creder quel ch'al suo dispetto crede:
ch'altra Angelica sia, creder si sforza,
ch'abbia scritto il suo nome in quella scorza.


Poi dice: - Conosco io pur queste note:
di tal'io n'ho tante vedute e lette.
Finger questo Medoro ella si puote:
forse ch'a me questo cognome mette. 
Con tali opinion dal ver remote
usando fraude a sé medesmo, stette
ne la speranza il malcontento Orlando,
che si seppe a se stesso ir procacciando.


Aveano in su l'entrata il luogo adorno
coi piedi storti edere e viti erranti.
Quivi soleano al più cocente giorno
stare abbracciati i duo felici amanti.
V'aveano i nomi lor dentro e d'intorno,
più che in altro dei luoghi circostanti,
scritti, qual con carbone e qual con gesso,
e qual con punte di coltelli impresso.


Tre volte e quattro e sei lesse lo scritto
quello infelice, e pur cercando invano
che non vi fosse quel che v'era scritto;
e sempre lo vedea più chiaro e piano:
ed ogni volta in mezzo il petto afflitto
stringersi il cor sentia con fredda mano.
Rimase al fin con gli occhi e con la mente
fissi nel sasso, al sasso indifferente.


Fu allora per uscir del sentimento
sì tutto in preda del dolor si lassa.
Credete a chi n'ha fatto esperimento,
che questo è 'l duol che tutti gli altri passa.
Caduto gli era sopra il petto il mento,
la fronte priva di baldanza e bassa;
né poté aver (che 'l duol l'occupò tanto)
alle querele voce, o umore al pianto.


(ilaria antoniani)

giovedì 31 maggio 2012

da "Forza venite gente" - Dio lo vuole!


Dio lo vuole! Dio lo vuole! Ma… che vorrà Dio? Ah, io non lo so… Però lo gridano tutti, eh! Tutti con gli
spadoni, i mantelloni… Dio lo vuoleee!!! Io ho provato a chiedergli: ma cos’è che vuole, Dio? E loro sapete
cosa mi hanno risposto? Mi hanno detto: “Zitta, brutta scema!”. Aaahh… ma allora una è scema perché vuole
sapere cosa vuole Dio! E poi, chi gliel’ha detto, a loro, che lo vuole Dio? Se Francesco dice che una cosa la
vuole Dio, tutti dicono che è matto; se invece si mettono in mille a dire che Dio lo vuole, tutti gli vanno dietro 
e diventano un milione! Ma allora… per non essere matti bisogna essere in tanti…! Difatti, io che sono sola
sono una povera scema… Dio lo vuole!… Venite, che Dio lo vuoleeee!!!!

(ilaria antoniani)

martedì 15 maggio 2012

"L'uomo e i suoi simboli" - Carl Gustav Jung

"L'inconscio è la grande guida, il grande amico e consigliere del conscio"


"Una parola o un'immagine è simbolica quando implica qualcosa che sta al di là del suo significato ovvio e immediato. Essa possiede un aspetto più ampio, <<inconscio>>, che non è mai definito con precisione o compiutamente spiegato. Né si può sperare di definirlo o spiegarlo. Quando la mente esplora il simbolo, essa viene portata a contatto con idee che stanno al di là delle capacità razionali.
Di regola, l'aspetto inconscio di ogni evento si rivela a noi nei sogni, dove esso appare non come pensiero razionale ma sotto forma di immagine simbolica. Storicamente è stato lo studio dei sogni a porre gli psicologi in condizione di investigare l'aspetto inconscio degli eventi psichici manifestatisi a livello della coscienza.  Freud fece la semplice ma penetrante osservazione che se colui che sogna viene incoraggiato a proseguire il suo racconto sulle immagini apparsegli in sogno e sui pensieri che questi suscitano nella sua mente, egli rivelerà esplicitamente la radici inconsapevoli dei suoi disturbi, sia in ciò che dice sia in ciò che omette deliberatamente".

(ilaria antoniani)

domenica 6 maggio 2012

6 maggio - Buon Compleanno Freud

Freud nel 1924 esprime l’aspettativa “che la psicoanalisi penetri come fermento significativo nello sviluppo civile dei prossimi decenni e ci aiuti ad approfondire la nostra comprensione del mondo”. La psicoanalisi deve appartenere a tutti gli uomini, non in ossequio ad una propaganda di tipo missionario o apostolico, ma semplicemente come modo efficace per comprendere l’aggressività irrazionale e le tendenze distruttive delle società, così come le relazioni dei popoli tra loro.
Stimatissimo professore,
[…] Con il Suo aiuto ho già ficcato lo sguardo abbastanza a fondo, è vero, ma sono ancora ben lontano dal veder chiaro. Comunque ho la sensazione di aver compiuto interiormente un passo avanti quanto mai sostanziale dal momento in cui L’ho conosciuta personalmente, perché ho l’impressione che sia assolutamente impossibile capire a fondo la Sua scienza se non si conosce la Sua persona. […]
dal Suo devoto e riconoscente
Jung



(ilaria antoniani)

mercoledì 2 maggio 2012

"La morte di Clorinda" - Torquato Tasso


Ma ecco omai l'ora fatale è giunta
che 'l viver di Clorinda al suo fin deve.
Spinge egli il ferro nel bel sen di punta
che vi s'immerge e 'l sangue avido beve;
e la veste, che d'or vago trapunta
le mammelle stringea tenera e lieve,
l'empie d'un caldo fiume. Ella già sente
morirsi, e 'l piè le manca egro e languente.

Segue egli la vittoria, e la trafitta
vergine minacciando incalza e preme.
Ella, mentre cadea, la voce afflitta
movendo, disse le parole estreme;
parole ch'a lei novo un spirto ditta,
spirto di fé, di carità, di speme:
virtù ch'or Dio le infonde, e se rubella
in vita fu, la vuole in morte ancella.

- Amico, hai vinto: io ti perdon... perdona
tu ancora, al corpo no, che nulla pave,
a l'alma sì; deh! Per lei prega, e dona
battesmo a me ch'ogni mia colpa lave -
In queste voci languide risuona
un non so che di flebile e soave
ch'al cor gli scende ed ogni sdegno ammorza,
e gli occhi a lagrimar gli invoglia e sforza.

Poco quindi lontan nel sen del monte
scaturia mormorando un picciol rio.
Egli v'accorse e l'elmo empié nel fonte,
e tornò mesto al grande ufficio e pio.
Tremar sentì la man, mentre la fronte
non conosciuta ancor sciolse e scoprio.
La vide, la conobbe, e restò senza
e voce e moto. Ahi vista! Ahi conoscenza!

Non morì già, ché sue virtuti accolse
tutte in quel punto e in guardia al cor le mise,
e premendo il suo affanno a dar si volse
vita con l'acqua a chi co 'l ferro uccise.
Mentre egli il suon dè sacri detti sciolse,
colei di gioia trasmutossi, e rise;
e in atto di morir lieto e vivace,
dir parea: "S'apre il cielo; io vado in pace. "

(Torquato Tasso)


(ilaria antoniani) 

mercoledì 25 aprile 2012

"E ora tocca a voi battervi" - Raoul Follereau

E ora tocca a voi battervi
gioventù del mondo;
siate intransigenti,
sul dovere di amare.
Ridete di coloro
che vi parleranno di prudenza,
di convenienza, che
vi consiglieranno
di mantenere
il giusto equilibrio.
La più grande
disgrazia che vi
possa capitare
è di non essere
utili a nessuno.
E che la vostra
vita non serva
a niente.


(Raoul Follereau)


(ilaria antoniani)

lunedì 5 marzo 2012

"La canzone di Bacco" - Lorenzo de' Medici




Quant'è bella giovinezza,
che si fugge tuttavia!
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'è certezza.

Ciascun apra ben gli orecchi,
di doman nessun si paschi;
oggi siàn, giovani e vecchi,
lieti ognun, femmine e maschi;
ogni  tristo pensier caschi:
facciam festa tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'è certezza.

Donne e giovinetti amanti,
viva Bacco e viva Amore!
Ciascun suoni, balli e canti!
Arda di dolcezza il core!
Non fatica, non dolore!
Ciò ch'a esser convien sia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'è certezza.




(ilaria antoniani)

venerdì 10 febbraio 2012

"Michael mio" - Amos Oz

"Un giorno d'inverno, alle nove del mattino, stavo scendendo le scale quando inciampai e persi l'equilibrio. Un giovane sconosciuto mi afferrò appena in tempo per un braccio. Notai subito che aveva le dita corte e le unghie squadrate. Dita chiare, velate da una peluria scura sulle nocche. Ero imbarazzata perchè la mano del giovane sconosciuto era grande e calda. Appena mi prese sentii il calore delle sue dita attraverso la manica del vestito di lana. Era inverno."

(ilaria antoniani)

"Orlando Furioso" - Ludovico Ariosto

Oh gran bontà de' cavallieri antiqui!
Eran rivali, eran di fe' diversi,
e si sentian degli aspri colpi iniqui
per tutta la person anco dolersi;
e pur per selve oscure e calli obliqui
insieme van senza sospetto aversi.

(ilaria antoniani)

venerdì 3 febbraio 2012

"Il cielo è basso" - Emily Dickinson

Il cielo è basso

Il cielo è basso, le nuvole a mezz'aria,un fiocco di neve vagabondo
fra scavalcare una tettoia o una viottola
non sa decidersi.
Un vento meschino tutto il giorno si lagna
di come qualcuno l'ha trattato;
la natura, come noi, si lascia talvolta sorprendere
senza il suo diadema.
(E. Dickinson)
(ilaria antoniani)

giovedì 26 gennaio 2012

"Se questo é un uomo" - Primo Levi

Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.


(ilaria antoniani)

mercoledì 25 gennaio 2012

Giorgio Gaber


E tu mi vieni a dire che l’uomo muore lontano dalla vita lontano dal dolore e in questa quasi indifferenza non è più capace di ritrovare il suo pianeta fatto di aria e luce.
E tu mi vieni a dire che il mio presente è come un breve amore del tutto inconsistente che preso dai miei sogni io non mi sto accorgendo che siamo al capolinea al temine del mondo.
E tu mi vieni a dire che tutto è osceno che non c’è più nessuno che sceglie il suo destino non ci rendiamo conto che siamo tutti in preda di un grande smarrimento.
E sento che hai ragione se mi vieni a dire che l’uomo sta correndo e coi progressi della scienza ha già stravolto il mondo però non sa capire che cosa c’è di vero nell’arco di una vita tra la culla e il cimitero.

(ilaria antoniani)

mercoledì 18 gennaio 2012

"Muri - Prima e dopo Basaglia"

I fragili muri della mente...




"Non è importante tanto il fatto che in futuro ci siano o meno manicomi e cliniche chiuse, è importante che noi, adesso, abbiamo provato che si può fare diversamente, ora sappiamo che c'è un altro modo di affrontare la questione; anche senza la costrizione"

Franco Basaglia


(ilaria antoniani)


venerdì 6 gennaio 2012

"L'uomo e i suoi simboli" - Carl Gustav Jung

Una parola o un'immagine è simbolica quando implica qualcosa che sta al di là del suo significato ovvio e immediato. Essa possiede un aspetto più ampio, "inconscio", che non è mai definito con precisione o compiutamente spiegato. Nè si può sperare di definirlo o spiegarlo. Quando la mente esplora il simbolo, essa viene portata a contatto con idee che stanno al di là delle capacità razionali.
Di regola, l'aspetto inconscio di ogni elemento si rivela a noi nei sogni, dove esso appare non come pensiero razionale ma sotto forma di immagine simbolica. Storicamente è stato lo studio dei sogni a porre gli psicologi in condizione di investigare l'aspetto inconscio degli eventi psichici manifestantisi a livello della coscienza.
Freud fece la semplice ma penetrante osservazione che se colui che sogna viene incoraggiato a proseguire il suo racconto sulle immagini apparsegli in sogno e sui pensieri che queste suscitano nella sua mente, egli rivelerà esplicitamente la radice inonsapevole dei suoi disturbi, sia in ciò che dice sia in ciò che omette deliberatamente.


(ilaria antoniani)